Uccisa con un tubo per motivi di lavoro

TERAMO – Il cadavere di una badante eritrea 62enne, Gabriella Baire, è stato ritrovato nella soffitta di un condominio al civico 24 di via Pannella. Il medico legale non ha avuto dubbi: è stata uccisa a colpi di spranga, in testa e in faccia. E la sospettata del delitto è una connazionale, anch’ella 60enne, con cui avrebbe litigato per motivi di lavoro e di denaro. Due volte in ventiquattro ore il condominio al numero 24 diventa protagonista di due tragedia, una sfiorata, l’altra consumata. Ieri alle 13.30, i vigili del fuoco sono intervenuti per domare un principio d’incendio in una veranda dell’appartamento al terzo piano, dove vivono una centenaria sulla sedia a rotelle e la sua badante eritrea. E’ quest’ultima che diventa un eroe perchè non si perde d’animo e la porta in salvo sul pianerottolo; oggi, a distanza di un giorno, dalle stelle alla stalla: perchè quella stessa badante è in stato di fermo, accusta del delitto di Gabriella Baire. E secondo il medico legale Giuseppe Sciarra, il delitto sarebbe avvenuto all’incirca alle 13 di sabato, ovvero mezz’ora prima che i pompieri intervenissero. Nessuno poteva sapere che in soffitta, sopra all’appartamento, c’era il cadavere di una donna assassinata. I carabineri del reparto operativo e il pubblico ministero Davide Rosati non avrebbero dubbi, ma consistenti elementi per accusare la badante ‘eroe’ di aver ucciso la connazionale: il provvedimento di fermo per omicidio volontario le è stato notificato nell’ospedale di Giulianova, dove è stata ricoverata nel pomeriggio di ieri, per un sospettato avvelenamento da sostanza tossica: avrebbe ingerito qualcosa di simile alla varechina per inscenare un suicidio e, forse, costruirsi un alibi. A scoprire il cadavere di Gabriela Baire sono stati i carabinieri e i vigili del fuoco, messi in allerta dal fratello della vittima, preoccupato per non aver visto più la sorella dal giorno prima. Addirittura sono stati alcuni componenti della comunità eritrea cittadina a fare indagini e sopralluoghi nelo stesso condominio, arrivando molto vicino alla scoperta del cadavere. Il corpo di Gabriella Baire era riverso bocconi a due passi dall’ingresso della soffitta, tra stracci e suppellettili, con la testa fracassata e in una pozza di sangue. Vicino al cadavere un tubo di ferro, sequestrato perchè ritenuto l’arma del delitto. Gabriella Baire era ormai una cittadina teramana. Era arrivata in città nel 1975 ed era diventato negli anni un punto di riferimento per le decine e decine di eritrei giunti a Teram in cerca di lavoro. Era considerata una ‘mamma’ per loro, lei che era nubile e che viveva in un appartamento del centro storico, in via Antica Cattedrale. Aveva procurato lavoro a molti connazionali, anche alla bandante che ieri l’avrebbe uccisa. A lei dava aiuto due ore al giorno nell’assistenza a quella stessa anziana e forse per motivi legati a questa collaborazione è scoppiata la lite degenerata nel delitto. Domani pomeriggio all’ospedale di Teramo sarà eseguita l’autopsia sulla salma.